Vita in comunità

“la forza della fede e l’amore di Gesù Cristo ci riuniscono in un solo corpo. L’Istituto intero costituisce la comunità fraterna in cui scegliamo di vivere”  Cost. 70

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“ la comunità è un luogo in cui cerchiamo insieme la volontà di Dio”
Cost. 79

Costituzioni n. 15

è l’amore di Gesù Cristo che ci ha riunite

Proprio perché è questo amore che ci ha riunite, ci ritroviamo insieme, non per fare qualcosa, ma per vivere un’esperienza profonda di fede. Le nostre attività, il lavoro o gli apostolati, sono tutti orientati a permettere ad altri di incontrare quel Dio che ci ha amate per primo, quel Dio che incontriamo nella preghiera personale e comunitaria, nei sacramenti, nelle situazioni e nelle realtà in cui siamo inserite. Allora il nostro modo di fare comunità ruota intorno alla preghiera e alla condivisione della nostra esperienza spirituale, apostolica e di vita. I momenti conviviali (pranzi, cene e tempo libero) sono il luogo dove coltiviamo la nostra amicizia, ci scambiamo idee e ci confrontiamo sull’ascolto e la lettura della realtà.

Costituzioni n. 22

“riceviamo l’universalità della nostra missione e siamo disponibili ad andare in qualsiasi luogo”

Riceviamo la nostra missione dopo un tempo di dialogo, ma non la scegliamo individualmente e siamo inviate come Ausiliatrici e non come singole. Questo ci fa sentire un unico Corpo che si muove all’unisono verso un unico fine. Un Corpo che non conosce frontiere, né terrene né spirituali, e che ci chiama alla comunione con tutti gli uomini e le donne, vivi o defunti, per condividere con loro gioie, speranze e pene. Allora il voto di obbedienza ci abitua a far crescere e mettere a disposizione le nostre capacità e le nostre energie per il bene degli altri, piuttosto che per interessi personali, e nell’obbedienza diventiamo libere di offrire noi stesse al servizio del Vangelo, ovunque esso ci chiami. A volte può costare fatica, ma proprio quella fatica ci aiuta a crescere nel desiderio di spenderci senza riserve.

Costituzioni n. 48

“sperimentiamo che tutto quello che abbiamo e tutto quello che siamo è dono ricevuto”

Viviamo in mezzo alla gente, spesso in abitazioni in semplici condomini dei quartieri periferici delle città. Sono “conventi” inusuali, nel cuore della vita delle persone e internamente assomigliano a normali appartamenti, dove ci sono luoghi comuni, tra cui ovviamente una cappella, e camere personali.
Anche il nostro modo di vestire è inusuale: non abbiamo un abito religioso che ci identifichi, ma ci adattiamo a seconda delle circostanze e delle professioni che svolgiamo.
“Professioni” perché gli impegni sono stati molteplici fin dalla fondazione: cerchiamo di accogliere ed ascoltare il contesto in cui viviamo per trovare dove e come lo Spirito sia già all’opera e come chieda a noi di parteciparvi. Noi, tendenzialmente, non abbiamo opere dell’Istituto, ma cerchiamo di inserirci in ciò che già esiste sul territorio.
In questo il voto di povertà ci educa a utilizzare in modo oculato i mezzi di cui disponiamo, per una vita semplice e sobria, ma anche nelle attività apostoliche. Non abbiamo proprietà personali o conti economici: ciò che si guadagna si mette in comune e ciascuna può vivere della condivisione con le altre, evitando così l’autosufficienza e promuovendo un atteggiamento di apertura e accoglienza.

Costituzioni n. 35

“l’amore gratuito di Dio… è una forza che trasforma, che ci apre alla comunione con Dio e con gli altri e ci libera per servire”

Contemplando Gesù nei suoi vari incontri raccontati nei Vangeli scopriamo il suo modo di amare tutti con un cuore indiviso, semplice e libero. Egli chiama anche noi a cercare di vivere le relazioni con un cuore libero, che non cerca di controllare o di possedere, anche se non è sempre facile voler bene alle persone in modo gratuito e disinteressato. Eppure, il nostro rapporto di intimità con Dio ci chiama ad amare come Lui ci ama.
Un cuore libero, che vive la castità, è anche capace di riconoscenza per quello che ha e che riceve come grazia. Non si attacca agli oggetti e alle realtà: sa donarsi pienamente fino a quando è necessario, staccandosi e partendo quando la situazione lo richiede.
È, infine, capace di accogliere: le nostre comunità cercano di essere punti di riferimento sul territorio per le persone che desiderano pregare, prendere un tempo di silenzio e di incontro privilegiato con il Signore o semplicemente un orecchio aperto all’ascolto.

Nel Mondo

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